

La storia vera di una giovane felice che attraverso
il progetto Adolescente Apprendista non solo ha imparato esperienze
lavorative ma anche di vita.
Mi chiamo Cindi Menezes Soares, ho 16 anni e risiedo in Via Aureira,
40, nel centro della cittá di Simões Filho (Bahia).
Frequento il secondo anno dell’ “ensino médio”
(equivalente al penultimo anno delle scuole superiori italiane)
in una scuola pubblica chiamata Hermes Durval.
In casa siamo in tre, io, mia madre e Antonia, mia sorella. Mio
padre abita a Fortaleza ed è ammalato. Attraverso il salario
che ricevo con il progetto Adolescente Apprendista posso aiutare
mio padre a comprare le necessarie medicine. Mia madre ha perso
l’avambraccio in un incidente causato da un autobus. A seguito
di questo fatto, vent´anni fa decise di fondare un´associazione
per aiutare le persone portatrici di bisogni speciali. Sono orgogliosa
per la sua battaglia e quando posso aiuto i volontari dell´associazione.
Davanti a tutti gli esempi di dedizione e di amore verso il prossimo
da parte dei miei genitori, ho provato imbarazzo per la difficile
situazione di mia madre che riceve un salario minimo e di mio padre
ammalato e bisognoso di cure. Decisi quindi di scrivere al presidente
Lula con la speranza che mio padre venisse aiutato a trovare un
lavoro. Mandai l’indirizzo di mio padre perché cosí
qualcuno poteva andare a comprovare quello che stavo dicendo. Mia
madre guadagnava molto poco e non era certamente sufficiente per
alcune cose di base come i miei studi, i vestiti, ecc. Per questa
ragione chiesi un lavoro anche per me, per poterli aiutare. Ricevetti
una breve risposta nella quale mi venne suggerito di iscrivermi
all´ufficio del lavoro dove sicuramente avrei trovato qualcosa
e che loro non potevano aiutarmi.
Risposi con un´altra lettera in cui dicevo che in Brasile
è quasi impossibile trovare un lavoro dopo i 30 anni e che
non ingannasse la gente e che la mia fiducia in lui era terminata,
anche per via di tutti quei milioni andati ai corrotti. Io stavo
raccontando la verità e non ricevetti nessun tipo di protezione
da parte sua, ci rimasi molto male.
Ma non mi sono data per vinta e decisi di scrivere al presidente
dell’azienda elettrica brasiliana (Coelba) dopo aver visto
una sua intervista in televisione. Lui non sembrava avere preconcetti
riguardo a nulla. Cominciai piu’ o meno con queste parole:
“Sig. Presidente della Coelba, sto cercando di aiutare la
mia famiglia….”, parlai riguardo la lotta di mia madre
e gli chiesi di offrirmi un’opportunità di lavoro nella
Coelba. Voi non potete nemmeno immaginarvi come mi sentivo quando
ricevetti una telefonata da parte della responsabile alle assunzioni,
Dona Leda, ricominciai a credere che esistono ancora persone solidali
e vere, senza preconcetti, senza escludere chi sta lottando davvero
per trovare un lavoro e chi ne ha veramente bisogno. Loro mi aiutarono
molto.
Da quando ricevetti il mio libretto di lavoro non sono mai mancata
un giorno; sono riconoscente per tutto quello che ha fatto e sta
facendo questa opportunità per me, per la mia vita. Che Dio
e le luci dell’universo prendino in considerazione tutti quelli
che mi hanno aiutata e chiedo di rimanere dove sono fino ai 18 anni,
è importante per me perché ho paura di non poter ricevere
un’altra possibilità come questa e di tornare a vivere
ancora senza speranza.
Al personale del Progetto Adolescenti chiedo che continui ad aiutare
i giovani di famiglie bisognose che desiderano ricevere una possibilità.
Dio vi benedica.
Dato che si sta avvicinando la fine dell’anno voglio chiedere
un regalo, ossia che il Presidente della Repubblica aiuti questo
progetto e riconosca le cose belle e le persone che aiutano il prossimo
e i giovani ad avere una visione diversa del futuro
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